2017 - Europei d'oro
Fa
decisamente freschino, ma almeno non piove; l’uragano è passato ieri
sera, mentre eravamo allo start del Campionato Europeo di Nordic
Walking per disputare la staffetta 4x1.000, seminando il panico tra gli
organizzatori, costretti a rinviare la partenza e tra noi atleti, che
ci rendevamo conto che avremmo dovuto gareggiare su un terreno a dire
poco alluvionato.
Ma alla fine tutto è andato
bene: Dani, Raffa, Roby ed io siamo andati come schegge, con la Dani
prossima agli undici chilometri all’ora, mentre persino il vecchio
Giorgio è arrivato vicino ai dieci all’ora.
Abbiamo colto un brillante ottavo posto, un piazzamento che
indubbiamente pesa, visto il qualificatissimo parterre degli avversari,
che ci conferma che, nonostante l’età e l’allenamento al minimo
sindacale, quando ci mettiamo riusciamo ancora esprimerci ad elevati
livelli competitivi e a medie orarie che erano impensabili anni fa.
Stamattina la cosa è
diversa: va in scena la diecimila metri individuale; niente lavoro di
team, ma ognuno per sé e Dio per tutti.
Il tracciato ha tenuto bene
alle intemperie: gli organizzatori hanno lavorato con competenza; non è
né lento né veloce, né troppo piatto né troppo pendente, né troppo
sterrato né troppo asfaltato; ognuno avrà i suoi punti dove esprimersi
al proprio meglio e altri dove stringere i denti.
Si va…
Mi sorprende sempre la
velocità delle partenze e la brusca accelerazione che ne deriva: un
secondo fa eri fermo, abbozzando ancora un’aria rilassata e adesso sei
già al cento per cento; fossimo automobili da corsa passeremmo da zero
a cento in una frazione di secondo.
Dani ha già preso la testa
del gruppo, col suo assetto caratteristicamente coricato in avanti, ma
non troppo, dopo un milione di prove, di discussioni, di litigate, di
correzioni; vedo a colpo d’occhio che è assettata bene e so che per lei
una buona partenza è fondamentale.
Scompare alla mia vista in un attimo, intanto che il gruppo si sgrana.
La gara si svolge su tre
giri di tre chilometri e rotti, per cui ci si incrocia nuovamente ogni
venti minuti circa. Al primo passaggio vedo che tiene alla grande: le
grido il “vai Dani” d’ufficio e le borbotto qualcosa relativamente alle
avversarie che vedo vicine a lei.
Non muove un sopracciglio,
ma so che mi ha sentito. Al secondo giro, neppure riesco ad
incrociarla: la Dani si è involata e non la vedrò più fino al
traguardo.
E finalmente è fatta. Il
mito della finish line è ancora una volta diventato realtà; stop al
cronometro, testa giù davanti alla ragazzina dello staff per farsi
infilare la medaglia al collo e un beverone qualunque in mano.
La Dani è arrivata da un
po’; le chiedo come sia andata e mi risponde “ho fatto una buona gara”,
che detto da lei significa “stavolta ho spaccato il mondo”.
Arrivano le treccine colorate della Mariola, la pazzerella, simpaticissima e invincibile polacca, che stavolta però è dietro.
Non perde tuttavia
l’occasione per farsi un balletto di gioia, lanciare baci e concedersi
all’inchino davanti alle telecamere; una vera show girl nel corpo di
una atleta potentissima.
Arrivano ad una ad una tutte
le altre: visi di persone poco abituate a stare dietro. La classifica
comincia a prendere forma e a farsi decisamente interessante, mentre lo
speaker ufficiale grida a gran voce che se qualcuno ha qualcosa da dire
parli adesso o mai più.
Il gioco dei richiami, delle
ammonizioni e degli eventuali reclami, infatti, può ancora togliere
qualcosa a qualcuno e regalare qualcosa a qualcun altro.
Bisogna quindi aspettare
l’ufficializzazione di tutto da parte della giuria; andiamo in doccia,
contenti, ma con le dita incrociate.
Al nostro ritorno le
classifiche fanno bella mostra di sé sul tabellone: una rapida occhiata
e Dani è seconda… Ci guardiamo perplessi.
Al primo posto figura una polacchina di nome Maciej e con un cognome che neppure si può provare a scrivere…
Il suo riscontro
cronometrico è pazzesco e, con un simile tempo, ci starebbe in effetti
che Dani neppure l’abbia vista andarsene, perché il chrono indicato in
classifica è degno dei migliori uomini e non certo della gara femminile.
O questa polacchina è un
fenomeno, o c’è evidentemente qualcosa non quaglia e allo scemo del
villaggio, cioè a me, viene un dubbio: “ragazzi, io non parlo polacco,
ma mi pare che Maciej sia un nome maschile”.
Roby non se lo fa dire due
volte, parte come un razzo, si infila nel crocchio dei polacchi e pochi
minuti dopo ritorna con la foto di un ragazzone barbuto: quello è
Maciej.
Il PC della giuria ha fatto il matto e ha inserito un concorrente maschio nella classifica delle donne.
Arriva di corsa Dirk,
ineffabile direttore di gara, trafelato e con il cartellone corretto
tra le mani: lo attacca al tabellone e adesso è ufficiale.
Daniela è la Campionessa
Europea assoluta di Nordic Walking 2017; ha sbaragliato tutte le
avversarie: le giovanissime, potenti e palestrate polacche e le super
esperte tedesche ed austriache.
Nomi che una volta facevano
paura figurano nella classifica dietro al nome di Daniela, che continua
a ripetere “non ci credo, non ci credo”, mentre stringe mani, riceve
abbracci, posa per le fotografie e mi dice perentoria, nel suo stile
schivo e modesto “a casa alle interviste ci vai tu!”
La classifica dice che sono
andati bene anche tutti gli altri: Raffa quarta, io quarto, Roby,
viareggino di nascita, di residenza e di vernacolo, ma formato
tecnicamente nella nostra scuola, è decimo.
Un successo incredibile per quattro italiani venuti fuori dal nulla, senza soldi e forti solo della propria passione.
Fa grande piacere che la
maggior parte dei tecnici e di molti avversari si complimentino con la
Dani e con tutti noi, non solo per i risultati assolutamente grandiosi,
ma per la tecnica dimostrata.
La scuola comasca lascia
traccia ovunque vada nel mondo e sempre più viene presa come esempio di
eccellenza tecnica; persino alcuni giudici, che fino a pochi minuti
prima ci spiavano esigentissimi, vengono a cercarci per esprimere la
loro approvazione.
È il momento del podio e dell’emozione.
L’inno nazionale taglia
sempre le gambe e Dani fatica a fare la faccia indifferente: la
commozione trapela e si scioglie solo con l’applauso finale.
Quest’anno gli sponsor sono
stati munifici e, oltre alle solite medaglie, campeggiano sul palco
delle premiazioni alcuni regali molto belli: biciclette, stampanti,
bottiglie enormi di birra e altri regali molto preziosi.
Siamo preoccupati: mentre
molte squadre sono arrivate sui pullman sociali, noi siamo in quattro
sulla nostra Yeti, stracarica all’inverosimile di bagagli e di borsate
di bastoni.
Nel caso della bicicletta,
tireremo a sorte chi tornerà a casa pedalando dalla Baviera, perché di
spazio sulla nostra automobile non ce n’è davvero.
Ma la sorte è benigna: il dono dello sponsor per la Signora più veloce è certamente il più prezioso, ma anche il più piccino.
Dani scende dal podio con un bellissimo tablet tra le mani, che troverà facilmente posto nel bagagliaio.
Mariola e le sue treccine,
invece, scendono ridendo dal secondo gradino del podio, portando sulla
testa una enorme scatola contenente una stampante, imitando con i passi
di danza un portatore di caschi di banane come quelli cantati da Harry
Belafonte e prendendosi un applauso enorme da parte di tutto il
parterre.
La dieta rigorosamente
analcoolica che seguo da diversi mesi, che mi è valsa un dimagramento
notato da molti avversari e, probabilmente, anche dal cronometro, fa
una misera fine davanti alla birra bavarese, che celebra la neo
Campionessa Europea, sicuramente non nuova a queste imprese, ma ogni
volta emozionatissima come la prima volta, mentre la serata si scioglie
nelle danze, nella musica, nel caos e nell’abbraccio di tutti quelli
che solo poche ore prima erano avversari sul tracciato, con le promesse
di rivedersi presto alla prossima gara, le raccomandazioni di essere
prudenti per strada e di mandare messaggi su Whatsapp per confermare di
essere arrivati bene a casa.
Così ci si comporta nelle
migliori famiglie, così si fa tra amici e così si fa anche nel
meraviglioso circo del Nordic Walking Agonistico Ufficiale
Internazionale, che da sabato 20 maggio 2017 ha una nuova regina, che
resterà in carica per un anno.
So sehen Sieger aus… schalalalala…