“Se
ul Signor vureva che i tren pasaven sota i muntagn,
i avariss faa gia’ mo’ sbusaa…”
Non ricordo se la battuta sia mutuata dal repertorio
della compagnia teatrale dei Legnanesi o, piu’
facilmente, da qualche altra commedia dialettale di
quelle che frequentemente si possono gustare sulla
televisione svizzera, cosi’ attenta nel mantenere
viva la tradizione popolare, ma certamente queste poche
parole riescono a catalizzare l'autentico spirito della
gente semplice del secolo scorso.
Forse la cultura non era globalizzata come oggi, forse il
senso pratico delle cose non arrivava molto piu’ in
la’ dell’uscio di casa, ma sta di fatto che
anche un grande evento come la perforazione del tunnel
ferroviario del San Gottardo non suscitava grande
emozione, se non in chi quotidianamente poteva toccarne
con mano gli effetti sociali ed economici.
Ben diverso e’ il tono della lapide posta sul
monumento antistante la stazione ferroviaria di Airolo,
eretto da Vincenzo Vela in memoria dei duecento
lavoratori che persero la vita durante i lavori di scavo,
la cui epigrafe recita cosi’: “Nel 50.mo
anniversario della grande umana vittoria che dischiuse
fra genti e genti la via del San Gottardo, questa pietra
ove l'arte segna e consacra l'oscura eroica fatica del
lavoratore ignoto.”
L’evoluzione del trasporto ferroviario sta al
diciannovesimo secolo cosi’ come quella del
trasporto aereo sta al ventesimo; gia’ pochi anni
dopo la comparsa della prima, breve tratta tra Zurigo e
Baden, la rete ferroviaria elvetica visse un periodo di
notevole sviluppo, grazie all’interessamento di
grandi gruppi finanziari europei.
Inevitabilmente, presto si pose il problema di come
superare la barriera alpina, fino a quel momento
percorribile solo attraverso la Semmeringbahn
Vienna-Trieste, inaugurata intorno al 1850 o tramite la
ferrovia del Brennero e la galleria del Moncenisio.
La posizione centrale del San Gottardo fece via via
scartare le ipotesi di passare sotto il Passo del
Lucomagno, oppure di cercare un varco attraverso le
montagne del Piemonte.
Bisognava fare in fretta, per evitare di essere tagliati
fuori dalla rete ferroviaria europea, vista
l’esistenza di altri trafori alpini, ma politica,
interessi privati, nazionali ed internazionali, uniti
alle notevoli problematiche tecniche, fecero trascorrere
qualche anno prima che si potesse pervenire ad un
progetto definitivo.
Nel 1869 Italia, Germania e Svizzera furono finalmente
concordi nell’affiancare il sostegno statale agli
sforzi dei finanziatori privati e la fondazione della
"Compagnia del Gottardo" fu l’atto formale
attraverso il quale si pote’ pianificare
l’avvio dei lavori, che vennero appaltati ad
un’impresa di Ginevra, la ditta Favre.
L’azienda si impegno’ alla realizzazione del
tunnel in otto anni, un tempo assolutamente ridotto, dati
i mezzi dell’epoca ed i lavori di scavo iniziarono
nel 1872; per stringere i tempi si adottarono tecniche
rivoluzionarie, tra cui l’utilizzo estensivo della
dinamite, senza guardare troppo per il sottile ai disagi
a cui furono sottoposte le maestranze.
Le condizioni di vita fuori e dentro il cantiere erano
gravose; si lavorava in tre turni di otto ore, in un
ambiente caldo, polveroso, scarsamente ventilato e
pervaso dal frastuono delle macchine. Una grave
problematica fu quella relativa all’enorme numero di
persone che confluirono nei paesi situati alle due
estremita’ del tunnel, Airolo e Goschenen, la cui
popolazione arrivo’ fino a quintuplicare, ponendo
pesantissimi problemi di alloggio, igiene,
approvvigionamenti.
Gli operai e le loro famiglie dovettero adattarsi ad
abitare in baracche, stalle e soffitte e persino a
dormire a turni in uno stesso letto; promiscuita’ e
sporcizia erano di casa e non mancarono gli attriti
dovuti all’incontro di culture e religioni diverse.
Crebbe infatti rapidamente il numero di lavoratori
stranieri (oltre 5.000 furono gli operai italiani
impegnati nell’opera) e aumento’ la presenza di
protestanti nel Ticino.
La carenza di acqua e di servizi igienici porto’
rapidamente al diffondersi di malattie ed in particolar
modo dell'anchilostoma duodenale, un verme parassita che
puo’ portare alla morte a seguito della grave anemia
provocata nell’organismo ospitante.
Furono cosi’ tanti i soggetti colpiti da questa
patologia che, ancor oggi, l’anchilostomiasi viene
indicata sui testi di medicina come anemia dei minatori,
o del San Gottardo.
Purtroppo la malattia fu attribuita inizialmente
all’inalazione dei gas nocivi all’interno della
galleria e fu solo nel 1880 che se ne comprese la vera
natura, nonche’ la possibilita’ di prevenire il
contagio con semplici manovre igieniche.
Nel frattempo, tuttavia, numerosi minatori erano
deceduti.
Ovvio che, in un simile quadro, il disagio dei lavoratori
determino’ le prime proteste, culminate nella
rivolta del 27 luglio 1875, repressa dalla milizia di
Goschenen, che sparo’ sui manifestanti provocando
quattro morti.
Erano altri tempi e l’uso delle armi fu ritenuto
assolutamente giustificabile; tuttavia il Consiglio
Federale raccolse le istanze degli scioperanti e
stilo’ un dettagliato rapporto affinche’ i
disagi segnalati non avessero piu’ a ripetersi.
L’ultimo diaframma cadde il 29 febbraio 1880 e la
galleria, della lunghezza di 15 km, venne inaugurata il
23 maggio del 1882 con grande sfarzo, come ricorda Pio
Caroni nell’Archivio Storico Ticinese: “Ovunque
le stazioni erano addobbate a festa, ovunque ci
festeggiarono a suon di musica e di mazzi di fiori.
Dappertutto – ma in particolare a Bellinzona e
Lugano – discorsi a non finire...”
In questo ambiente gioioso, ricorda sempre Caroni, non
mancarono scene tragicomiche, come quando “gli
oratori si trovarono avvolti dal fumo e dal vapore di un
treno messosi in movimento mentre ancora non avevano
finito di parlare”, ma neppure qualche protesta.
Sempre nell’Archivio Storico Ticinese, Caroni
riporta infatti le parole del Consigliere federale
grigionese Simon Bavier: “Alla stazione di Amsteg
pendeva un drappo nero, e la povera gente di quel
villaggio non aveva proprio torto, poiche’
l’apertura del traffico ferroviario metteva fine
alla someggiatura che, praticata tuttora con piu’ di
400 cavalli quotidianamente caricati, aveva procurato
alla popolazione locale tanti guadagni.”
Complessivamente i lavori durarono un anno piu’ del
previsto e i costi superarono di parecchi milioni degli
attuali euro quelli previsti.
Le penali per il ritardo ed i costi eccedenti furono per
intero caricati sull’azienda appaltatrice dei
lavori; buone abitudini che lo spreco del denaro pubblico
cosi’ in voga ai giorni nostri farebbe venire voglia
di rispolverare…
Oggi la linea del San Gottardo e’ tra le piu’
importanti tratte ferroviarie d’Europa; da 125 anni
collega il nord al sud e consente a uomini e merci di
attraversare le Alpi con la massima affidabilita’.
Entro la fine del 2016 e’ prevista
l’ultimazione dell’AlpTransit San Gottardo, che
con i suoi 57 km rappresentera’ la galleria
piu’ lunga del mondo e portera’ ad un enorme
sviluppo delle possibilita’ di collegamento
ferroviario in Europa; in attesa di questo evento le
ferrovie svizzere celebrano assieme ai cantoni Uri e
Ticino i 125 anni di vita della ferrovia del Gottardo.
I festeggiamenti si sono aperti nell’ottobre 2006,
con l’inaugurazione nell’area di servizio
autostradale di Erstfeld della “stazione ferroviaria
autostradale Gottardo” che restera’ aperta al
pubblico fino a giugno 2007.
Qui si possono ammirare, tra altri cimeli, i due orologi
ferroviari piu’ grandi del mondo, che indicano
l’ora con precisione satellitare su di un quadrante
di sette metri d’altezza, lancette di dimensioni
adeguate e la famosa paletta rossa dei secondi del
diametro di quasi ottanta centimetri.
L’azienda che ha prodotto i giganteschi orologi va
fiera della precisione e della dimensione dei manufatti,
dicendo che “…sono talmente comodi da leggere
che perfino i passeggeri degli aerei che sorvolano la
zona potranno utilizzarli per regolare i propri
orologi…”
Fino al 31 dicembre 2007 sara’ inoltre possibile
realizzare un antico sogno d’infanzia, percorrendo
la linea montana del Gottardo da Arth-Goldau a Locarno e
viceversa, seduti nella cabina di guida della locomotiva,
a fianco del macchinista.
Sono molte altre le iniziative da segnalare; dal 4
aprile, il museo dei trasporti di Lucerna proporra’
l’esposizione “La traversata della Alpi: una
storia diabolicamente emozionante”, dove sono
descritte le vie di passaggio nelle Alpi, le metodiche
per attraversarle ed i mezzi che vengono oggi utilizzati
o che si usarono in passato.
Sempre da aprile, la carrozza panoramica PanGottardo con
sedili girevoli, percorrera’ la tratta del San
Gottardo ad orari regolari, mentre il 31 maggio, 1° e 2
giugno, la stessa linea sara’ seguita da carrozze
d’epoca e locomotive a vapore.
A luglio ed agosto a Goschenen l’opera teatrale
«D’Gotthardbahn» descrivera’ gli sforzi
compiuti per realizzare il sogno di passare sotto il San
Gottardo.
Un evento da non perdere, sia per l’impegno dei
contenuti, sia per lo scenario assolutamente unico nel
quale l’opera sara’ rappresentata.
Nel giorno della festa nazionale svizzera, il 1° agosto,
Airolo fara’ da palcoscenico ad una grande kermesse
popolare e in diverse localita’ dei cantoni Ticino
ed Uri saranno organizzati convegni e mostre interattive
sull’argomento.
Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito
http://mct.sbb.ch/mct/it/reisen-gottardo.
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