Non e' facile per noi scrittori della domenica, che
alterniamo la passione per la cloche a quella per la
penna e che cerchiamo di impugnare questi due strumenti
il meno maldestramente che ci riesca, parlare di chi ha
cinquant’anni di volo a vela sulle spalle senza
perderci in luoghi comuni quanto mai logori ed abusati.
Mostro sacro, leggenda vivente, pietra miliare, sono
definizioni che scivolano sulla carta quasi autonomamente
di fronte ad una esperienza aeronautica di siffatta
levatura, ma che oltre a fare crescere la barba al
lettore, rischiano di recare offesa al soggetto in
questione il quale potrebbe facilmente sentirsi relegato
al ruolo di fossile vivente, quando dalle sue pagine
sprizza invece cristallina la gioia di vivere e di
trasmettere i propri ricordi e le proprie enormi
conoscenze alle nuove generazioni, nonche' la volonta' di
guardare sempre al futuro con lo spirito di un
giovanotto, contro il quale nulla puo' l’eta' non
piu' esattamente verdissima.
Nato aeromodellista, come buona parte degli ammalati di
volo (mi sono commosso scoprendo di avere avuto nello
storico M9 della MOVO le stesse radici aeronautiche
dell’Autore), Pronzati approdo' rapidamente al volo
a vela.
C’e' tutta la storia di una vita in questo volume:
dai primi passi di un adolescente verso la maturita',
accompagnati dalle goffe strisciate sull’erba ai
comandi di uno Zoegling, arriviamo fino ai nostri giorni
per riscaldarci al racconto di voli di migliaia di
chilometri e di non so quante ore ai comandi di un
modernissimo aliante in compositi.
Le mani insicure di quel giovane di allora, governano
oggi la cloche di mezzi ad altissime prestazioni con la
maestria del campione forgiata nel corso dei decenni;
legno e tela si sono fatti fibra di vetro, bussola e
orologio sono stati soppiantati da sofisticati GPS, le
efficienze hanno raggiunto livelli impensati e forse
anche il viso di quel ragazzo di cinquant’anni fa e'
segnato da qualche ruga in piu', ma l’amore per il
volo non e' cambiato, cosi' come non sono cambiati i
cumuli, le termiche, le dinamiche, le sfide dei fuori
campo.
Ci sono solo piu' esperienza e piu' tecnologia da mettere
in gioco, ma l’avventura e' sempre la stessa, con
ogni giorno un traguardo piu' ardito da raggiungere e da
affiancare alla lunga teoria di record collezionati
dall’Autore.
Anche il lettore meno incline al sentimentalismo e piu'
interessato alla tecnica del volo a vela, trovera' pane
per i suoi denti tra le pagine del libro soprattutto per
quanto riguarda le problematiche legate alla meteorologia
ed allo sfruttamento delle condizioni piu' idonee al volo
veleggiato, trattate con il piglio di chi la sa lunga
sull’argomento (non a caso l’Autore si e' a
lungo “nutrito” alla mensa di Plinio Rovesti).
Particolare interesse suscitano i capitoli dedicati ai
tentativi di record di distanza con le descrizioni delle
rotte seguite ed i perche' relativi alla loro scelta; vi
sono poi storie di macchine, alcune delle quali
appartengono ormai alla leggenda, con cui Pronzati ha
avuto il privilegio di vivere rapporti strettissimi
essendone stato ora costruttore, ora collaudatore, ora
pilota nei cieli di mezzo mondo, protagonista e spesso
dominatore di gare ai livelli piu' elevati.
Di grande pregio la parte iconografica, con numerose
immagini realmente uniche, vuoi per il loro valore
storico, vuoi per l’incomparabile bellezza degli
spettacoli offerti dalle montagne delle nostre zone.
In questo volume c’e' senz’altro materiale di
grande interesse per tutti, volovelisti e non, ma credo
soprattutto che l’Autore ci lasci un grande
insegnamento di vita incarnando perfettamente la massima
di Richard Bach, vate dei volodipendenti: “…un
pilota ha il senso dell’avventura la' da
venire…”, come dire che ne' gli anni, ne' i
capelli bianchi possono rappresentare un peso per chi
guarda sempre in avanti ed ha il privilegio di affidare i
progetti futuri a due piccole ali che attendono nel
profumo dell’erba tagliata di fresco.
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