A
vederlo cosi’, di primo acchito, il Pilatus PC6 Porter non puo’
essere propriamente definito un bell’aereo, soprattutto se si hanno
negli occhi le forme snelle e flessuose dei moderni jet di linea.Le
sue linee irrimediabilmente squadrate, che tradiscono l’origine
teutonica del progettista, lo fanno piuttosto somigliare ad un vecchio
cassone volante, di quelli concepiti per guadagnarsi da vivere
svolgendo ogni sorta di lavoro aereo, compresi quelli piu’ ingrati,
senza battere ciglio; chi non ricorda, ad esempio, il film “Air
America”, dove Mel Gibson atterrava in forse cinquanta metri di
sterrato, per giunta in salita, per trafficare armi con i guerriglieri
del Laos?
Bene, non si tratta di un trucco cinematografico: la scena fu girata
davvero, perche’ il PC6 in mani esperte e’ capace anche di questo!
Per me, che lo guardo con gli occhi da pilota, il Porter e’
semplicemente un aereo meraviglioso.
Presso il Paracentro di Locarno, due di questi aerei sono impegnati
ogni giorno a fare la spola tra i duecento metri sul livello del mare
dell’aeroporto e gli oltre quattromila metri, quota dalla quale
avvengono i lanci dei paracadutisti.
Locarno rappresenta un’isola felice per i praticanti di questo
sport, essendo ormai una delle pochissime localita’ nelle quali la
congestione del traffico aereo e le pastoie burocratiche non sono
ancora riuscite ad impedire di salire a queste quote di tutto rispetto
con gli aerei lanciatori.
Altrove, anche dalle nostre parti, parecchie scuole di paracadutismo
hanno dovuto chiudere i battenti, schiacciate a terra dai
radiosentieri di discesa verso gli aeroporti maggiori,
dall’indifferenza degli amministratori locali e, a volte,
dall’aperta ostilita’ di qualcuno capace di sopportare solo il
frastuono degli stadi e delle motorette.
A Locarno, invece, convengono paracadutisti da mezzo mondo, spesso in
compagnia delle famiglie, dando economia non solo al Paracentro, ma
creando un notevole indotto presso alberghi, campeggi, ristoranti,
esercizi commerciali e chissa’ cos’altro.
La presenza di atleti provenienti da diverse nazioni, che ogni giorno
disegnano nel cielo le loro coreografie, ha altresi’ permesso ai
paracadutisti locali di maturare una straordinaria esperienza che oggi
qualifica la scuola ai livelli piu’ elevati.
Grazie ai Porter, dotati di elica a quattro pale per minimizzarne
l'impatto fonico e ad espertissimi istruttori, il Paracentro di
Locarno offre la possibilita’ di vivere un’esperienza
assolutamente unica: moderni paracadute ad ala, di superficie
decisamente maggiore rispetto alle normali velature ed una speciale
imbracatura che mantiene uniti istruttore e passeggero, consentono di
lanciarsi in coppia e di godersi circa cinquanta secondi di caduta
libera, un privilegio altrimenti riservato ai soli paracadutisti
esperti.
Dopo un paio d’ore di corso teorico, durante il quale si viene
istruiti sui comportamenti e le posture da tenere in volo, si
indossano tuta, casco ed occhiali, forniti dal Paracentro e si sale
sul Porter, insieme agli altri compagni di lancio.
Il PC6 decolla a velocita’ incredibilmente basse e subito mette
deciso il naso verso il cielo; a bordo tutto e’ tranquillo e
silenzioso: nulla a che vedere con tanti film che presentano lo
stereotipo del paracadutista e dell’aviatore in genere come una
specie di pazzo guascone che non ne puo’ piu’ di lasciarci la
pelle.
Cio’ che si respira nel vano passeggeri del PC6 e’ esclusivamente
professionalita’ e concentrazione: i paracadutisti esperti ripassano
nella mente le manovre che da li’ a pochi minuti andranno ad
eseguire durante i loro balletti aerei; una specie di tuffo dal
trampolino, con capriole e figure ed una grande vela colorata, invece
dell’acqua della piscina, ad interrompere la loro caduta.
Istruttori e passeggeri si scambiano le ultime istruzioni prima del
grande evento; ci vogliono quindici o venti minuti di salita, durante
i quali la cabina di pilotaggio e’ inondata di comunicazioni serrate
con il controllo a terra, per guadagnarsi uno scampolo di cielo dove
svolgere il proprio lavoro e finalmente aereo, piloti e paracadutisti
sono in rotta di lancio.
Un’ultima frase via radio in inglese professionale, che tradotta
liberamente suonerebbe circa cosi’: “ehi, la’ sotto, state
attenti, perche’ tra poco piovera’ gente dal cielo”, uno
“stand by” ai para, stipati la’ dietro e l’atmosfera diventa
altamente operativa; il portellone si apre e gli esperti sono tutti
fuori in un attimo, scomparendo la’ sotto come proiettili sparati
verso il basso.
Gli istruttori invece, con calma glaciale, fanno sedere i loro
passeggeri sul bordo dell’aereo, con le gambe a penzoloni nel vuoto.
Un ultimo sguardo di intesa e sono fuori anche loro; un piccolo
paracadute guida stabilizza la coppia di emuli di Icaro, affinche’
non si perdano i giusti assetti casomai il passeggero facesse gesti
sbagliati; al resto pensano la bravura ed il mestiere di chi ha
migliaia e migliaia di lanci sulle spalle.
Duemilacinquecento metri di quota filano via cosi’ in circa
cinquanta secondi, dando ai paracadutisti l’impressione di volare,
poi le calotte si aprono tutte insieme, in un crepitio che ricorda
quello della stoffa strappata ed in un attimo il cielo e’ pieno
delle grida di entusiasmo di chi ha superato il demone del vuoto.
Per gli esperti la parte migliore e’ terminata: loro vivono per la
caduta libera e stare appesi sotto una calotta a millecinquecento
metri sembra un’attivita’ scarsamente degna di nota.
Alcuni strattoni alle maniglie ed eccoli piombare verso il basso in
mille affondate e mulinelli.
Istruttori e passeggeri, invece, si godono una lenta discesa, mentre
anche i novizi, ormai rinfrancati dall’apertura del paracadute,
gustano il panorama da un punto di vista assolutamente unico; per loro
ci sono ancora sei minuti di godimento puro, prima del contatto con la
madre terra.
Il Porter, invece, affonda il muso verso il basso, perdendo oltre
trenta metri al secondo in una discesa che solo un ferro da stiro
saprebbe compiere piu’ ripidamente; bisogna tornare al suolo in
fretta, perche’ un altro gruppo di appassionati e’ pronto ad
essere trasportato in quota e scaraventato fuori dall’aereo.
Per vivere questa esperienza non bisogna essere ne’ pazzi ne’
superman, ne’, tanto meno, essere padroni di alcuna tecnica
aviolancistica.
Tutto cio’ che bisogna fare e’ attenersi alle semplici istruzioni
ricevute dall’istruttore nel corso del briefing pre lancio e, di
conseguenza, cooperare al buon esito delle manovre.
Basta presentarsi in aeroporto ogni giorno della settimana, dopo le
nove del mattino, annunciandosi in anticipo telefonicamente o tramite
il sito web ed indossando tuta e scarpe sportive; ovviamente
un’autorizzazione dei genitori e’ richiesta nel caso di minorenni.
Un rapido test di idoneita’ fisica, consistente in una corsa di
cinquecento metri da compiere entro due minuti per gli uomini e due
minuti e trenta per le donne, dara’ il via alla fase addestrativa.
Al resto pensera’ completamente lo staff del Paracentro, composto da
istruttori e riggers (gli addetti al ripiegamento dei paracadute)
professionisti.
Eccoli ormai al suolo, i reduci del lancio; i paracadute ad ala e la
bravura dei loro piloti rendono il contatto con l’erba antistante il
Paracentro assolutamente dolcissimo e, mentre i paracadutisti esperti
raccolgono a fiocco in un attimo la loro vela e si avviano verso
l’area di ripiegamento rimuginando gli aspetti tecnici del lancio
appena effettuato, per i passeggeri del volo tandem rimane ancora il
tempo dello stupore, della soddisfazione, degli occhi sgranati di
gioia, delle strette di mano e delle pacche sulle spalle con
l’istruttore.
“All jumpers on ground” gracchia la radio, avvisando la gente
dell’aria che per un po’ non ci sara’ piu’ carne umana in
caduta libera dal cielo.
Per il buon vecchio Porter e’ ora di dare nuovamente tutta potenza e
tornare a meritarsi la pagnotta facendo l’ascensore del cielo.
Con meno di quattrocento franchi svizzeri potete godere di
un’esperienza assolutamente unica che vi porterete dietro per tutta
la vita; e’ un affare d’oro e chissa’ che il lancio effettuato
non vi cambi dentro per sempre e non venga voglia anche a voi di
diventare un paracadutista esperto, partecipando per esempio ad un
corso di Accelerated Free Fall.
E’ solo questione di fare il primo passo, come sempre il piu’
difficile e poi anche i vostri occhi si trasformeranno, come quelli di
centinaia di persone prima di voi, da dubbiosi e un po’ impauriti ad
occhi pieni di gioia per essere stati Icaro per un giorno.
KiloHotel e KiloMike, i nostri infaticabili e splendidi Porter vi
aspettano e saranno lieti di essere artefici della vostra gioia.
Per
informazioni e prenotazioni:
www.paracentro.ch
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