Icaro per un giorno

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Giorgio Rizzi
Pubblicato su "Como e dintorni" n. 54 - Aprile 2008




A vederlo cosi’, di primo acchito, il Pilatus PC6 Porter non puo’ essere propriamente definito un bell’aereo, soprattutto se si hanno negli occhi le forme snelle e flessuose dei moderni jet di linea.Le sue linee irrimediabilmente squadrate, che tradiscono l’origine teutonica del progettista, lo fanno piuttosto somigliare ad un vecchio cassone volante, di quelli concepiti per guadagnarsi da vivere svolgendo ogni sorta di lavoro aereo, compresi quelli piu’ ingrati, senza battere ciglio; chi non ricorda, ad esempio, il film “Air America”, dove Mel Gibson atterrava in forse cinquanta metri di sterrato, per giunta in salita, per trafficare armi con i guerriglieri del Laos?
Bene, non si tratta di un trucco cinematografico: la scena fu girata davvero, perche’ il PC6 in mani esperte e’ capace anche di questo!
Per me, che lo guardo con gli occhi da pilota, il Porter e’ semplicemente un aereo meraviglioso.
Presso il Paracentro di Locarno, due di questi aerei sono impegnati ogni giorno a fare la spola tra i duecento metri sul livello del mare dell’aeroporto e gli oltre quattromila metri, quota dalla quale avvengono i lanci dei paracadutisti.
Locarno rappresenta un’isola felice per i praticanti di questo sport, essendo ormai una delle pochissime localita’ nelle quali la congestione del traffico aereo e le pastoie burocratiche non sono ancora riuscite ad impedire di salire a queste quote di tutto rispetto con gli aerei lanciatori.
Altrove, anche dalle nostre parti, parecchie scuole di paracadutismo hanno dovuto chiudere i battenti, schiacciate a terra dai radiosentieri di discesa verso gli aeroporti maggiori, dall’indifferenza degli amministratori locali e, a volte, dall’aperta ostilita’ di qualcuno capace di sopportare solo il frastuono degli stadi e delle motorette.
A Locarno, invece, convengono paracadutisti da mezzo mondo, spesso in compagnia delle famiglie, dando economia non solo al Paracentro, ma creando un notevole indotto presso alberghi, campeggi, ristoranti, esercizi commerciali e chissa’ cos’altro.
La presenza di atleti provenienti da diverse nazioni, che ogni giorno disegnano nel cielo le loro coreografie, ha altresi’ permesso ai paracadutisti locali di maturare una straordinaria esperienza che oggi qualifica la scuola ai livelli piu’ elevati.
Grazie ai Porter, dotati di elica a quattro pale per minimizzarne l'impatto fonico e ad espertissimi istruttori, il Paracentro di Locarno offre la possibilita’ di vivere un’esperienza assolutamente unica: moderni paracadute ad ala, di superficie decisamente maggiore rispetto alle normali velature ed una speciale imbracatura che mantiene uniti istruttore e passeggero, consentono di lanciarsi in coppia e di godersi circa cinquanta secondi di caduta libera, un privilegio altrimenti riservato ai soli paracadutisti esperti.
Dopo un paio d’ore di corso teorico, durante il quale si viene istruiti sui comportamenti e le posture da tenere in volo, si indossano tuta, casco ed occhiali, forniti dal Paracentro e si sale sul Porter, insieme agli altri compagni di lancio.
Il PC6 decolla a velocita’ incredibilmente basse e subito mette deciso il naso verso il cielo; a bordo tutto e’ tranquillo e silenzioso: nulla a che vedere con tanti film che presentano lo stereotipo del paracadutista e dell’aviatore in genere come una specie di pazzo guascone che non ne puo’ piu’ di lasciarci la pelle.
Cio’ che si respira nel vano passeggeri del PC6 e’ esclusivamente professionalita’ e concentrazione: i paracadutisti esperti ripassano nella mente le manovre che da li’ a pochi minuti andranno ad eseguire durante i loro balletti aerei; una specie di tuffo dal trampolino, con capriole e figure ed una grande vela colorata, invece dell’acqua della piscina, ad interrompere la loro caduta.
Istruttori e passeggeri si scambiano le ultime istruzioni prima del grande evento; ci vogliono quindici o venti minuti di salita, durante i quali la cabina di pilotaggio e’ inondata di comunicazioni serrate con il controllo a terra, per guadagnarsi uno scampolo di cielo dove svolgere il proprio lavoro e finalmente aereo, piloti e paracadutisti sono in rotta di lancio.
Un’ultima frase via radio in inglese professionale, che tradotta liberamente suonerebbe circa cosi’: “ehi, la’ sotto, state attenti, perche’ tra poco piovera’ gente dal cielo”, uno “stand by” ai para, stipati la’ dietro e l’atmosfera diventa altamente operativa; il portellone si apre e gli esperti sono tutti fuori in un attimo, scomparendo la’ sotto come proiettili sparati verso il basso.
Gli istruttori invece, con calma glaciale, fanno sedere i loro passeggeri sul bordo dell’aereo, con le gambe a penzoloni nel vuoto.
Un ultimo sguardo di intesa e sono fuori anche loro; un piccolo paracadute guida stabilizza la coppia di emuli di Icaro, affinche’ non si perdano i giusti assetti casomai il passeggero facesse gesti sbagliati; al resto pensano la bravura ed il mestiere di chi ha migliaia e migliaia di lanci sulle spalle.
Duemilacinquecento metri di quota filano via cosi’ in circa cinquanta secondi, dando ai paracadutisti l’impressione di volare, poi le calotte si aprono tutte insieme, in un crepitio che ricorda quello della stoffa strappata ed in un attimo il cielo e’ pieno delle grida di entusiasmo di chi ha superato il demone del vuoto.
Per gli esperti la parte migliore e’ terminata: loro vivono per la caduta libera e stare appesi sotto una calotta a millecinquecento metri sembra un’attivita’ scarsamente degna di nota.
Alcuni strattoni alle maniglie ed eccoli piombare verso il basso in mille affondate e mulinelli.
Istruttori e passeggeri, invece, si godono una lenta discesa, mentre anche i novizi, ormai rinfrancati dall’apertura del paracadute, gustano il panorama da un punto di vista assolutamente unico; per loro ci sono ancora sei minuti di godimento puro, prima del contatto con la madre terra.
Il Porter, invece, affonda il muso verso il basso, perdendo oltre trenta metri al secondo in una discesa che solo un ferro da stiro saprebbe compiere piu’ ripidamente; bisogna tornare al suolo in fretta, perche’ un altro gruppo di appassionati e’ pronto ad essere trasportato in quota e scaraventato fuori dall’aereo.
Per vivere questa esperienza non bisogna essere ne’ pazzi ne’ superman, ne’, tanto meno, essere padroni di alcuna tecnica aviolancistica.
Tutto cio’ che bisogna fare e’ attenersi alle semplici istruzioni ricevute dall’istruttore nel corso del briefing pre lancio e, di conseguenza, cooperare al buon esito delle manovre.
Basta presentarsi in aeroporto ogni giorno della settimana, dopo le nove del mattino, annunciandosi in anticipo telefonicamente o tramite il sito web ed indossando tuta e scarpe sportive; ovviamente un’autorizzazione dei genitori e’ richiesta nel caso di minorenni.
Un rapido test di idoneita’ fisica, consistente in una corsa di cinquecento metri da compiere entro due minuti per gli uomini e due minuti e trenta per le donne, dara’ il via alla fase addestrativa.
Al resto pensera’ completamente lo staff del Paracentro, composto da istruttori e riggers (gli addetti al ripiegamento dei paracadute) professionisti.
Eccoli ormai al suolo, i reduci del lancio; i paracadute ad ala e la bravura dei loro piloti rendono il contatto con l’erba antistante il Paracentro assolutamente dolcissimo e, mentre i paracadutisti esperti raccolgono a fiocco in un attimo la loro vela e si avviano verso l’area di ripiegamento rimuginando gli aspetti tecnici del lancio appena effettuato, per i passeggeri del volo tandem rimane ancora il tempo dello stupore, della soddisfazione, degli occhi sgranati di gioia, delle strette di mano e delle pacche sulle spalle con l’istruttore.
“All jumpers on ground” gracchia la radio, avvisando la gente dell’aria che per un po’ non ci sara’ piu’ carne umana in caduta libera dal cielo.
Per il buon vecchio Porter e’ ora di dare nuovamente tutta potenza e tornare a meritarsi la pagnotta facendo l’ascensore del cielo.
Con meno di quattrocento franchi svizzeri potete godere di un’esperienza assolutamente unica che vi porterete dietro per tutta la vita; e’ un affare d’oro e chissa’ che il lancio effettuato non vi cambi dentro per sempre e non venga voglia anche a voi di diventare un paracadutista esperto, partecipando per esempio ad un corso di Accelerated Free Fall.
E’ solo questione di fare il primo passo, come sempre il piu’ difficile e poi anche i vostri occhi si trasformeranno, come quelli di centinaia di persone prima di voi, da dubbiosi e un po’ impauriti ad occhi pieni di gioia per essere stati Icaro per un giorno.
KiloHotel e KiloMike, i nostri infaticabili e splendidi Porter vi aspettano e saranno lieti di essere artefici della vostra gioia.

Per informazioni e prenotazioni:

www.paracentro.ch