Sedili eiettabili e traumi vertebrali



Giorgio Rizzi
Pubblicato su "Il Medico sportivo" n. 4 - 2000 (8-9)



Charles Plumb, pilota della Marina Militare Statunitense, era alla sua 75.ma missione di combattimento in Vietnam e gia' assaporava l’imminente avvicendamento che gli avrebbe permesso di tornarsene a casa.
Quel giorno, pero', il destino aveva programmi diversi per lui; un missile terra aria colpi in pieno il suo aereo e Plumb ebbe appena il tempo di azionare il meccanismo di espulsione.
Il paracadute si apri' nell’aria calda e umida del Vietnam, depositando lo sventurato pilota proprio tra le braccia del nemico.
Plumb fini' la guerra in prigionia, ma ebbe salva la vita.
Anni dopo, mentre cenava in un ristorante in compagnia della moglie, fu avvicinato da un uomo che lo riconobbe, chiamandolo per nome e felicitandosi con lui per lo scampato pericolo.
Plumb volle sapere come facesse quell’uomo a conoscere particolari di una vicenda coperta da segreto militare e fu con grande sorpresa che si senti' rispondere: “io sono lo specialista che ha preparato il suo paracadute!”.
Oggi, nel libro “Insight into excellence”, Plumb ricorda con grande riconoscenza quell’uomo, ponendo l’accento su come spesso la nostra vita sia condizionata da persone di cui non conosciamo ne' il volto ne' il nome, ma che in qualche modo lavorano per noi, forse senza neppure saperlo.
Sono circa 12.000 i piloti che a tutt’oggi devono la vita ad un sedile eiettabile e a tutte quelle persone che hanno contribuito a progettarlo, costruirlo, mantenerlo efficiente.
Sono quei piloti che, colpiti dal fuoco nemico o ai comandi di un aereo in avaria, hanno giocato a testa e croce con la nera signora, affidando alla fiammata di un piccolo motore a razzo il privilegio di restare vivi.
L’abbandono dell’aereo per mezzo del seggiolino eiettabile rappresenta l’ultima chance per i piloti in difficolta', ma non e' un evento privo di rischi.
Sono noti i casi di alcuni aviatori in difficolta' che hanno scelto deliberatamente di restare a bordo del proprio aereo, preferendo giocare le proprie carte in un difficile atterraggio di emergenza, piuttosto che affidarsi all’ombrello del paracadute.
Infatti, senza considerare le eventualita' di atterraggio in ambiente ostile per motivi bellici, climatici od orografici, sono molteplici i fattori che concorrono a fare dell’eiezione una manovra ad alto rischio.
Impatto ad alta velocita' con strutture dell’aereo, con l’aria o con gli agenti atmosferici (pioggia, grandine), shock secondario all’apertura del paracadute, ipotermia o anossia da alta quota, traumatismi dovuti ad atterraggi pesanti, sono solo alcuni dei potenziali eventi avversi possibili durante e dopo l’abbandono del velivolo. (1)

Possibili danni fisici sopportabili durante un lancio di emergenza e loro piu' probabili cause (1)

Gli episodi riportati nella tabella precedente, sono comunque in qualche modo gestibili con l’addestramento e con una buona dose di fortuna.
Vi pero' un problema che, essendo insito nella manovra stessa di eiezione, non puo' essere assolutamente evitato. La fortissima accelerazione al momento del lancio, quella stessa accelerazione che salva la vita al pilota, portandolo in pochi decimi di secondo a distanza di sicurezza dall’aereo ed a una altezza tale di permettere l’apertura del paracadute anche dopo un lancio da quota zero, e' alla base dei piu' frequenti infortuni, talvolta anche di grave entita': i danni da compressione della colonna vertebrale. Al momento dell’attivazione del sistema, l’accelerazione varia in funzione del peso del pilota, che condiziona le performance dell’apparato propulsivo e puo' variare dai 14-16 G nei soggetti piu' pesanti, ai 18-20 G in quelli piu' leggeri . (1)
L’incidenza di danni a livello della colonna vertebrale, dimostra di essere notevolmente accresciuta quando le accelerazioni sono superiori ai 25 G, e quando il rateo di accelerazione e' superiore ai 300 G/sec. (2).
Un lavoro condotto dal Naval Safety Center, che si domandava se, in seguito l’aumento del numero di donne pilota solitamente piu' basse e leggere dei colleghi maschi, sarebbe stato necessario apportare modifiche ai sedili eiettabili normalmente in uso, ha invece dimostrato come proprio chi ha un fisico leggero e di statura media, sia maggiormente protetto dal rischio di incorrere in infortuni durante l’espulsione dall’abitacolo del proprio aereo.
Le osservazioni condotte in 5 anni (Gen 1989 - Dic 1993) su 119 piloti, dimostrano che i soggetti piu' pesanti (peso medio 88 kg vs. 79 kg - peso totale di pilota vestito ed equipaggiato) sono generalmente piu' esposti al rischio di danni fisici gravi , mentre la statura piu' alta (media 185 vs media 180 cm) incrementa il rischio di compressioni e/o fratture vertebrali (3).
Altri aspetti determinanti ai fini della possibilita' di danni a livello della colonna vertebrale, sono le modalita' ed i tempi di eiezione.
In funzione della quota e della velocita', al fine di preservare il piu' possibile il pilota, tre condizioni di eiezione sono previste - Sedile Mod. ACES II - (5)

La tavola seguente illustra i vari eventi che si succedono durante la manovra di espulsione ed i relativi tempi di attuazione, in funzione delle condizioni di quota e di velocita nelle quali si svolge il lancio.

Si comprende come in un tempo ridottissimo, la colonna vertebrale del pilota vada incontro ad una serie di compressioni e di strattonamenti che possono causare danni, talora gravi, sia alle ossa della colonna che ai dischi intervertebrali.(4)
Uno studio, condotto dal Chief Bureau of Medicine and Surgery, Navy Department su piloti catapultatisi dal loro aereo durante l’operazione Desert Storm, ha cercato di determinare le relazioni tra fratture vertebrali, parametri di volo e di eiezione (5)
Durante la guerra del golfo, 21 piloti statunitensi e 2 italiani furono fatti prigionieri dalle truppe iraqene; di questi, 18 si erano lanciati dai loro aerei equipaggiati di sedile eiettabile.
Su 18 piloti, 6 (33%) hanno riportato danni vertebrali, di cui 4 compressioni vertebrali e 2 fratture dei processi spinosi o trasversi.
Questa incidenza di fratture vertebrali, e' comparabile con quella di altri studi precedenti.
Le fratture, esito dell’espulsione da diversi tipi di aereo, sono state rilevate in due sezioni della colonna e sono state il trauma piu' frequentemente evidenziato o riferito dai piloti, una volta reimpatriati, se si escludono contusioni ed abrasioni.
Nessuna delle fratture osservate ha dato origine a disabilita' di tipo neurologico.
Non e' stato possibile associare le fratture all’utilizzo di un particolare tipo di aereo o di sedile eiettabile, ne' l’eta' dei piloti ha dimostrato di essere un fattore predisponente.
Non e' stato altresi' possibile raccogliere dati affidabili riguardanti l’assetto dell’aereo al momento dell’espulsione ne' il tempo che i piloti hanno avuto a disposizione per prepararsi al lancio.
Questo studio non e' ovviamente confortato da una grande significativita' statistica (p>0,25) a causa del piccolo campione osservato, ma e' comunque possibile notare come tutte le fratture riportate siano state a livello della zona toracica o lombare.

Osservazioni condotte dalla German Air force, hanno invece suffragato l’ipotesi che i sedili eiettabili piu' moderni, garantiscano una maggiore sicurezza agli equipaggi di volo. (6)
Dal 1981 al 1997 vi sono state 86 espulsioni da 56 aerei dell’Aeronautica Militare tedesca.
In 24 di questi incidenti e' stato coinvolto l’F 104 Starfighter, in 14 il PA 200 Tornado, in 12 l’F-4 Phantom, in 5 l’Alpha Jet e in 1 il MiG 29 Fulcrum.
Un caso ha coinvolto un pilota seduto nel sedile anteriore che aveva gia' subito ferite fatali a causa di una collisione aerea e il cui sedile eiettabile era stato azionato dal compagno di volo.
Lo studio e' stato pertanto condotto sui rimanenti 85 lanci.
Un ufficiale addetto alle armi mori' per ipotermia dopo l’atterraggio in mare ed un altro a seguito di danni al midollo spinale; tutti gli altri sopravvissero, con una percentuale di successi pari al 97.6%.
Il danno fisico piu' grave e piu' comune osservato sono state le fratture vertebrali causate dall’accelerazione al momento dell’espulsione.
Tutti gli equipaggi si sono lanciati da un’altitudine inferiore ai 3500 ft e ad una velocita' inferiore ai 260 Kts.

La percentuale di fratture vertebrali piu' elevata e' stata osservata negli equipaggi lanciatisi da F-4 Phantom, (31,8%) seguiti da F 104 Starfighter (16,6%) e da PA 200 Tornado (14,8%).
Il PA 200 e', tra questi aerei, quello equipaggiato con sedile eiettabile piu' moderno.

Dall’avvento dei primi modelli sino ad oggi, il sedile eiettabile si e' evoluto in un complicato sistema operativo, composto da svariati sottosistemi.
Il perfezionamento dei sedili eiettabili ha grandemente aumentato le probabilita' di sopravvivenza ed esteso i limiti operativi del meccanismo.
Soprattutto, l’installazione di sensori in grado di valutare i diversi fattori ambientali ha permesso di migliorare l’operativita' e la stabilita' durante l’eiezione, facendo si' che l’incidenza di traumi secondari alla manovra si sia ridotta.
Quest’ultimo risultato e' stato ottenuto anche modulando con grande attenzione la fase di accelerazione, che, come osservato sin qui, risulta essere l’aspetto piu' critico e potenzialmente pericoloso di tutta la fase di abbandono del velivolo.
La ricerca comunque continua, guardando avanti verso futuri aerei capaci di prestazioni elevatissime, ed a nuove frontiere e nuovi problemi, associati a velocita' ed altitudini alle quali non ci si era mai spinti.


Bibliografia

1) U.S. Naval Flight Surgeon's Manual. Prepared by BioTechnology, Inc. Chief of Naval Operations and Bureau of Medicine and Surgery. Washington, D.C., l978.
2) Dhenin G, ed. Aviation medicine: health and clinical aspects. London: Tri-Med Books Limited, l978.
Society of U.S. Air Force Flight Surgeons. Flight Surgeons Handbook of Life Support Equipment,
l Oct 87.
(3) Edwards M: Anthropometric mesaurements and ejection injuries; Aviat Space environ Med 1996; 67 - 1144-7
-Advanced Concept Ejection Seat ACES II. Report MDC J4576 Revision D, March l988.
-Shannon RH: Operational aspects of forces on man during escape in the U.S. Air Force, l January l968-31 December l970. In AGARD Linear Acceleration of Impact Type, Jun l971.
(4). "The Ejection Site- The ACES II Seat: Tech Info.,"
http://www.bestweb.net/~kcoyne/acesiitech.htm.
(5) Osborne, Richard G. and Cook, Albert A., "Vertebral Fracture After Aircraft Ejection DuringOperation Desert Storm," Aviation, Space, and Environmental Medicine, Vol. 68, No. 4, April 1997, p. 338.
(6) Ulrich W: Ejection Associated Jnjuries, within the German Air force from 1981 -1997, Aviat Space Environ Med; 70:1230-4