Le Bolle di Magadino

Giorgio Rizzi
Pubblicato su "Como e dintorni" n. 36 - settembre 2006



Dalla sorgente, posta in cima alla Val Bedretto, il fiume Ticino si scapicolla piombando giu' verso la valle, lungo un percorso selvaggio attraverso le gole di Stalvedro e del monte Piottino, per assumere poi un decorso piu' placido all’imbocco della piana di Magadino, dove viene imbrigliato tra due argini fino alla foce nel Lago Maggiore.
Prima della bonifica della zona palustre, che nel secolo scorso si estendeva fino alle porte di Bellinzona, il Ticino fluiva invece in ampie anse tondeggianti, depositando lungo la piana e nel delta il materiale catturato alla montagna e trascinato a valle con la forza.
Per secoli l’oro rappresento' la parte piu' ambita di quel materiale alluvionale; Plinio il Vecchio racconta che durante l’Impero Romano decine di migliaia di schiavi lavoravano per l’estrazione del metallo giallo lungo il corso del fiume e ancor oggi si stima che il Ticino trasporti nelle sue acque pagliuzze d’oro per un valore tra 5.000 e 10.000 euro ogni giorno, anche se i costi di estrazione non rendono piu' questa fonte economicamente interessante.
Oggi pero' vogliamo occuparci di una parte sicuramente meno preziosa, almeno dal punto di vista finanziario, ma altrettanto nobile del sedimento fluviale e cioe' di quel materiale che, estendendo nel corso dei millenni il delta del Ticino all’interno del lago Maggiore, ha dato origine ad un ecosistema assolutamente unico che prende il nome di Bolle di Magadino.
L’area delle Bolle di Magadino, racchiusa tra le foci del Ticino e della Verzasca, rappresenta l’ultimo frammento di un ambiente naturale che oggi e' diventato molto raro, al punto da essere inserito dall'Accademia Svizzera delle Scienze tra i nove ambienti naturali di importanza internazionale presenti nella Confederazione Elvetica.
L’area e' profondamente condizionata dagli eventi naturali e dalla presenza dell’uomo, che nel tempo ha mutato gli equilibri della zona; il contenimento del Ticino negli argini, la regolamentazione del flusso della Verzasca tramite una diga e le oscillazioni del livello del lago Maggiore, hanno ridotto notevolmente la crescita del delta, che si era invece esteso nelle acque del lago per oltre 150 metri nei soli cinquant’anni precedenti la bonifica della piana di Magadino, ma che e' oggi addirittura in lieve contrazione.
Nonostante questi condizionamenti, le Bolle ospitano ancor oggi una flora ed una fauna particolari, tipiche delle zone di transizione fra l'acqua e la terraferma; in particolar modo esse rappresentano un’eccellente area di posa per gli uccelli migratori in viaggio verso il nord Europa che, durante la primavera, trovano qua un luogo idoneo dove atterrare e passare la notte, per recuperare le forze prima del balzo piu' impegnativo del loro viaggio: il sorvolo delle Alpi.
Sono state censite piu' di 250 specie di uccelli, tra i quali si possono ammirare la folaga, (Fulica atra), la salciaiola, (Locustella luscinioides), la cannaiola, (Acrocephalus scirpaceus), il porciglione, (Hirundo rustica), il tarabusino, (Ixobrychus minutus), oltre a numerose specie di pipistrelli, anfibi, rettili, pesci, molluschi, ed insetti.
Buona parte di queste specie corre il pericolo di estinzione, come il martin pescatore, (Alcedo Atthis), che era pressoche' scomparso e che oggi vive sereno tra gli stagni e le pozze delle Bolle.
Occasionalmente i cieli sopra la zona umida si ricamano delle evoluzioni acrobatiche ad alta velocita' del falco pellegrino, (Falco peregrinus), quando il passaggio di piccoli uccelli migratori trasforma le Bolle in un grande fast food per rapaci.
Non e' raro allora vedere decine e decine di falchi che cacciano sopra la foce del Ticino, per poi scomparire insieme alle loro prede, quando esse riprendono il viaggio verso le dimore estive.
Farfalle variopinte ed eleganti libellule, pressoche' scomparse a causa dell’impatto dei pesticidi, vedono oggi un netto aumento della specie e non e' impossibile incontrare le natrici, (Natrix natrix), innocue e bistrattate bisce d’acqua, ingiustamente accusate di succhiare il latte dalle mammelle delle mucche ed invece timide e schive come tutti i rettili, che scivolano silenziose in mezzo ad una ricchissima vegetazione acquatica, per la quale le Bolle rappresentano un vero paradiso.
Persino le piante carnivore hanno ritrovato in quest’oasi naturale un habitat favorevole e, e' il caso di dirlo, pane per il loro denti…
Ogni stagione e' buona per una visita e consente di vedere abitanti e panorami diversi: dal fascino del gelo e della natura sopita sotto la coltre di neve, all’esplosione di vita della primavera, alla maturita' dell’estate, ai magici colori dell’autunno.
Quattro diverse entrate, tre delle quali nella zona di Magadino ed una dalle parti di Gordola, vi consentiranno l’accesso a sentieri didattici, che permettono di visitare la zona in sicurezza e senza disturbare troppo gli ospiti stanziali o di passaggio.
Chiare ed esaurienti tabelle illustrative in italiano, inglese e tedesco rendono la visita consapevole e ricca di sorprese.
L’itinerario si puo' percorrere anche in breve tempo, ma e' meglio che pianifichiate delle soste per godervi il silenzio o l’improvvisa apparizione di qualche animale selvatico.
Entrando verso le Bolle meridionali, quelle formate dal Ticino, attraverserete un antico braccio del fiume, ora in secca, occupato da pozze e stagni, paradiso dell’avifauna.
Vi spingerete poi lungo l’argine, che viene periodicamente sommerso dalle piene, raccogliendo cosi' nuovo materiale alluvionale e crescendo anno dopo anno.
Alla foce del Ticino vedrete isolotti di sabbia in continuo rimodellamento secondo i capricci del lago e delle correnti, dove si riproducono diverse specie di uccelli rari; la vicina fascia alluvionale ospita una flora molto ricca, tra cui l’ontano bianco, estremamente raro dalle nostre parti.
Nella zona definita del “Piattone” si apre una vasta area ricca di varie specie vegetali che vengono periodicamente falciate e mantenute, onde impedirne l’invasione da parte del bosco.
Le Bolle Settentrionali, prevalentemente alimentate dalla Verzasca, offrono invece un panorama piu' ghiaioso e a tratti piu' boschivo, con frassini, querce, persino liane.
Verso il lago, un vasto canneto favorisce la nidificazione di diverse specie animali.
E’ attualmente in corso presso le Bolle di Magadino il programma di sorveglianza dell'influenza aviaria, condotto attraverso numerose attivita' che vanno dall’inanellamento dei migratori, al prelievo di campioni di sterco; in questo particolare momento, quindi, l’oasi naturale assume un’importanza che va ben oltre la conservazione di specie rare, rappresentando un laboratorio di ricerca per la lotta ad un’epidemia che potrebbe divenire pericolosa per l’uomo.
Mentre scienziati e cervelloni sono al lavoro, le Bolle di Magadino continuano ad essere per la gente normale, che al massimo riconosce una papera e non un Anas platyrhynchos, una libellula e non un Anax Imperator, un bel posto dove andare, dove fare il pieno di natura e di silenzio, dove portare i bambini e fare toccare loro con mano che gli animali selvatici esistono davvero e non solo nei CD didattici o sui libri di scuola.
Sono il luogo dove i nostri figli possono vedere che se si butta via un sacchetto di plastica non va a finire in un non meglio precisato ecosistema, che e' un qualcosa di astratto da proteggere, ma va a soffocare proprio quel ranocchio li', ad impigliarsi nelle zampe di quel trampoliere la', a sporcare il nido di quell’uccellino qua.
E’ un luogo dal quale forse non uscirete scientificamente piu' preparati, ma non potra' non restarvi dentro la sensazione del miracolo che ci circonda e della fragilita' dell’ambiente dove viviamo.
E se ci sorprenderemo a dividere i rifiuti con un po’ piu' di convinzione, a non sprecare l’acqua corrente, a usare meno detersivo per fare il bucato, a staccare, spegnere, riciclare, camminare, vuol dire che la mezza giornata trascorsa tra boschi e canneti, magari bagnandoci un po’ i piedi grazie ad inadatte calzature da citta', ha sortito il suo effetto e ha fatto di noi dei cittadini piu' rispettosi dell’ambiente.


Visita guidate: dal 1 aprile al 30 settembre
Gite in barca: ogni giovedi' mattina, durante i mesi di luglio e agosto
Informazioni:
Ente turistico Gambarogno
Via Cantonale
6574 Vira Gambarogno - Svizzera
Tel. +41 (0)91 795 18 66
Fax +41 (0)91 795 33 40
www.gambarognoturismo.ch