Dalla sorgente, posta in cima alla Val Bedretto, il fiume
Ticino si scapicolla piombando giu' verso la valle, lungo
un percorso selvaggio attraverso le gole di Stalvedro e
del monte Piottino, per assumere poi un decorso piu'
placido all’imbocco della piana di Magadino, dove
viene imbrigliato tra due argini fino alla foce nel Lago
Maggiore.
Prima della bonifica della zona palustre, che nel secolo
scorso si estendeva fino alle porte di Bellinzona, il
Ticino fluiva invece in ampie anse tondeggianti,
depositando lungo la piana e nel delta il materiale
catturato alla montagna e trascinato a valle con la
forza.
Per secoli l’oro rappresento' la parte piu' ambita
di quel materiale alluvionale; Plinio il Vecchio racconta
che durante l’Impero Romano decine di migliaia di
schiavi lavoravano per l’estrazione del metallo
giallo lungo il corso del fiume e ancor oggi si stima che
il Ticino trasporti nelle sue acque pagliuzze d’oro
per un valore tra 5.000 e 10.000 euro ogni giorno, anche
se i costi di estrazione non rendono piu' questa fonte
economicamente interessante.
Oggi pero' vogliamo occuparci di una parte sicuramente
meno preziosa, almeno dal punto di vista finanziario, ma
altrettanto nobile del sedimento fluviale e cioe' di quel
materiale che, estendendo nel corso dei millenni il delta
del Ticino all’interno del lago Maggiore, ha dato
origine ad un ecosistema assolutamente unico che prende
il nome di Bolle di Magadino.
L’area delle Bolle di Magadino, racchiusa tra le
foci del Ticino e della Verzasca, rappresenta
l’ultimo frammento di un ambiente naturale che oggi
e' diventato molto raro, al punto da essere inserito
dall'Accademia Svizzera delle Scienze tra i nove ambienti
naturali di importanza internazionale presenti nella
Confederazione Elvetica.
L’area e' profondamente condizionata dagli eventi
naturali e dalla presenza dell’uomo, che nel tempo
ha mutato gli equilibri della zona; il contenimento del
Ticino negli argini, la regolamentazione del flusso della
Verzasca tramite una diga e le oscillazioni del livello
del lago Maggiore, hanno ridotto notevolmente la crescita
del delta, che si era invece esteso nelle acque del lago
per oltre 150 metri nei soli cinquant’anni
precedenti la bonifica della piana di Magadino, ma che e'
oggi addirittura in lieve contrazione.
Nonostante questi condizionamenti, le Bolle ospitano
ancor oggi una flora ed una fauna particolari, tipiche
delle zone di transizione fra l'acqua e la terraferma; in
particolar modo esse rappresentano un’eccellente
area di posa per gli uccelli migratori in viaggio verso
il nord Europa che, durante la primavera, trovano qua un
luogo idoneo dove atterrare e passare la notte, per
recuperare le forze prima del balzo piu' impegnativo del
loro viaggio: il sorvolo delle Alpi.
Sono state censite piu' di 250 specie di uccelli, tra i
quali si possono ammirare la folaga, (Fulica atra),
la salciaiola, (Locustella luscinioides), la
cannaiola, (Acrocephalus scirpaceus), il
porciglione, (Hirundo rustica), il tarabusino, (Ixobrychus
minutus), oltre a numerose specie di pipistrelli,
anfibi, rettili, pesci, molluschi, ed insetti.
Buona parte di queste specie corre il pericolo di
estinzione, come il martin pescatore, (Alcedo Atthis),
che era pressoche' scomparso e che oggi vive sereno tra
gli stagni e le pozze delle Bolle.
Occasionalmente i cieli sopra la zona umida si ricamano
delle evoluzioni acrobatiche ad alta velocita' del falco
pellegrino, (Falco peregrinus), quando il
passaggio di piccoli uccelli migratori trasforma le Bolle
in un grande fast food per rapaci.
Non e' raro allora vedere decine e decine di falchi che
cacciano sopra la foce del Ticino, per poi scomparire
insieme alle loro prede, quando esse riprendono il
viaggio verso le dimore estive.
Farfalle variopinte ed eleganti libellule, pressoche'
scomparse a causa dell’impatto dei pesticidi, vedono
oggi un netto aumento della specie e non e' impossibile
incontrare le natrici, (Natrix natrix), innocue
e bistrattate bisce d’acqua, ingiustamente accusate
di succhiare il latte dalle mammelle delle mucche ed
invece timide e schive come tutti i rettili, che
scivolano silenziose in mezzo ad una ricchissima
vegetazione acquatica, per la quale le Bolle
rappresentano un vero paradiso.
Persino le piante carnivore hanno ritrovato in
quest’oasi naturale un habitat favorevole e, e' il
caso di dirlo, pane per il loro denti…
Ogni stagione e' buona per una visita e consente di
vedere abitanti e panorami diversi: dal fascino del gelo
e della natura sopita sotto la coltre di neve,
all’esplosione di vita della primavera, alla
maturita' dell’estate, ai magici colori
dell’autunno.
Quattro diverse entrate, tre delle quali nella zona di
Magadino ed una dalle parti di Gordola, vi consentiranno
l’accesso a sentieri didattici, che permettono di
visitare la zona in sicurezza e senza disturbare troppo
gli ospiti stanziali o di passaggio.
Chiare ed esaurienti tabelle illustrative in italiano,
inglese e tedesco rendono la visita consapevole e ricca
di sorprese.
L’itinerario si puo' percorrere anche in breve
tempo, ma e' meglio che pianifichiate delle soste per
godervi il silenzio o l’improvvisa apparizione di
qualche animale selvatico.
Entrando verso le Bolle meridionali, quelle formate dal
Ticino, attraverserete un antico braccio del fiume, ora
in secca, occupato da pozze e stagni, paradiso
dell’avifauna.
Vi spingerete poi lungo l’argine, che viene
periodicamente sommerso dalle piene, raccogliendo cosi'
nuovo materiale alluvionale e crescendo anno dopo anno.
Alla foce del Ticino vedrete isolotti di sabbia in
continuo rimodellamento secondo i capricci del lago e
delle correnti, dove si riproducono diverse specie di
uccelli rari; la vicina fascia alluvionale ospita una
flora molto ricca, tra cui l’ontano bianco,
estremamente raro dalle nostre parti.
Nella zona definita del “Piattone” si apre una
vasta area ricca di varie specie vegetali che vengono
periodicamente falciate e mantenute, onde impedirne
l’invasione da parte del bosco.
Le Bolle Settentrionali, prevalentemente alimentate dalla
Verzasca, offrono invece un panorama piu' ghiaioso e a
tratti piu' boschivo, con frassini, querce, persino
liane.
Verso il lago, un vasto canneto favorisce la
nidificazione di diverse specie animali.
E’ attualmente in corso presso le Bolle di Magadino
il programma di sorveglianza dell'influenza aviaria,
condotto attraverso numerose attivita' che vanno
dall’inanellamento dei migratori, al prelievo di
campioni di sterco; in questo particolare momento,
quindi, l’oasi naturale assume un’importanza
che va ben oltre la conservazione di specie rare,
rappresentando un laboratorio di ricerca per la lotta ad
un’epidemia che potrebbe divenire pericolosa per
l’uomo.
Mentre scienziati e cervelloni sono al lavoro, le Bolle
di Magadino continuano ad essere per la gente normale,
che al massimo riconosce una papera e non un Anas
platyrhynchos, una libellula e non un Anax
Imperator, un bel posto dove andare, dove fare il
pieno di natura e di silenzio, dove portare i bambini e
fare toccare loro con mano che gli animali selvatici
esistono davvero e non solo nei CD didattici o sui libri
di scuola.
Sono il luogo dove i nostri figli possono vedere che se
si butta via un sacchetto di plastica non va a finire in
un non meglio precisato ecosistema, che e' un qualcosa di
astratto da proteggere, ma va a soffocare proprio quel
ranocchio li', ad impigliarsi nelle zampe di quel
trampoliere la', a sporcare il nido di
quell’uccellino qua.
E’ un luogo dal quale forse non uscirete
scientificamente piu' preparati, ma non potra' non
restarvi dentro la sensazione del miracolo che ci
circonda e della fragilita' dell’ambiente dove
viviamo.
E se ci sorprenderemo a dividere i rifiuti con un
po’ piu' di convinzione, a non sprecare l’acqua
corrente, a usare meno detersivo per fare il bucato, a
staccare, spegnere, riciclare, camminare, vuol dire che
la mezza giornata trascorsa tra boschi e canneti, magari
bagnandoci un po’ i piedi grazie ad inadatte
calzature da citta', ha sortito il suo effetto e ha fatto
di noi dei cittadini piu' rispettosi dell’ambiente.
Visita guidate: dal 1 aprile al 30 settembre
Gite in barca: ogni giovedi' mattina, durante i mesi di
luglio e agosto
Informazioni:
Ente turistico Gambarogno
Via Cantonale
6574 Vira Gambarogno - Svizzera
Tel. +41 (0)91 795 18 66
Fax +41 (0)91 795 33 40
www.gambarognoturismo.ch
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